sabato 24 settembre 2011

domani Pio Marcoccia sul Nuovo Corriere

Domani su "Il Nuovo Corriere" intervista esclusiva ed inedita a Pio Marcoccia.
Da non perdere, non mancano chicche e pungolature

giovedì 25 agosto 2011

OSVALDO ERCOLI: intervista Uscita sul Nuovo Corriere Viterbese

Nome: Osvaldo
Cognome: Ercoli
data di nascita: 30 gennaio 1930
dove: Valleranno (VT)
stato civile: coniugato con Maria Virgini; 3 figli e 6 nipoti.
titolo di studio: Laurea Scienze Matematiche alla Sapienza di Roma.
Militanza Politica: Fino agli anni ’70 nel Msi, poi nei Verdi per i quali è stato Consigliere Comunale a Viterbo e Provinciale.

Incontro il Professor Ercoli nello studio di casa sua nel primo pomeriggio di un sabato piovoso. Mi riceve con grande cordialità in camicia verde che quasi sembra un leghista, battuta che gli faccio.
“Mai stato uno estimatore della Lega. Io sono da sempre, sin da ragazzo, un ambientalista convinto: quello dell’ecologia, del rispetto della natura e degli animali, è una tema che sento profondamente”, afferma.

Come Massimo Fornicoli, suo illustre concittadino.
“È vero, so che spende gran parte del suo tempo in difesa e per la cura degli animali”.

Molti non lo sanno ma nel Movimento Sociale Italiano c’era una bella tradizione ecologica, soprattutto nell’area cosidetta rautiana. Quella che impazziva per il Signore degli Anelli, icona anche ambientalista di molte generazioni di giovani.
“Altra importante verità: purtroppo la tradizione di destra ecologica si perse appena l’MSI si mise a tavola”.

Perché uscì dal partito?
“Quando ci fu il referendum per il divorzio”.

Lei era favorevole?
“Ovviamente! Per me la famiglia è fondamentale ed è importantissima nella mia vita. Ma come si può pensare che due persone se non vanno d’accordo devono per forza restare insieme tutta la vita? E’ un’assurdità”.

E invece Almirante si schierò contro il divorzio.
“E già! La fece troppo grossa: si schierò con la DC, con Fanfani e la Chiesa. Mi dimisi scrivendogli una letteraccia”.

Una vicinanza pericolosa quella dell’MSI con la DC.
“Altro che opposizione: a distanza di tanti anni si capisce bene. L’Msi, quando è servito, è sempre stato la stampella della Democrazia Cristiana purtroppo. Tante volte hanno votato per proteggere o assecondare Andreotti”.

Ma perché lei entrò nel Movimento Sociale?
“Fondamentalmente per anticomunismo. Nel 1945-1946 vidi le loro malefatte, le loro violenze, la loro intolleranza, i loro soprusi anche in un paesino come Vallerano. Mio padre era morto, noi eravamo 5 figli abbastanza benestanti: ci davano sempre addosso, ci rubavano la notte…”

Poi però militando nei verdi è stato alleato della sinistra e anche degli ex-comunisti.
“Dopo, con gli anni, ho saputo distinguere tra comunismo reale e di pensiero. Oggi è tutto diverso anche se non digerisco quelli che al tempo appoggiarono le invasioni dell’Ungheria e della Cecoslovacchia. A cominciare da Napolitano”.

Chi erano i suoi compagni missini di allora?
“Gemini, Soggiu, Gabbianelli, Signorelli…”

Oggi tutti vicini alla destra berlusconiana.
“Hanno preso la strada della politica di convenienza: francamente proprio non riesco a capire come facciamo a sostenere Berlusconi. Mi sembra una scelta contronatura”.

Non è mai stato sforato dall’idea?
“Mai! Ma proprio mai. Per me è inconcepibile. Lo dico sinceramente: proprio non capisco come si possa sostenere una figura del genere”.

Con Gabbianelli fu Consigliere Comunale al tempo dei Verdi.
“E lui faceva della belle e dure battaglie contro la DC, poi vedo che col tempo ha lasciato correre”.

Ora vota ancora?
“Sempre. Spesso per i radicali e le loro liste”.

Perché?
“Hanno le loro manchevolezze ma combattono sempre con serietà per problematiche civili che sento molto”.

Perché in Germania i Verdi sono una realtà importante e decisiva della politica e in Italia no?
“I Verdi in Italia sono come tutti i partitini: in fila per aspettare il loro pezzettino di torta. Per questo litigai con Bonelli inviando una lettera dimissioni”.

In che senso?
“Per realpolitik: volevano che a Viterbo appoggiassi Fioroni. Per carità. Io che per 50 anni avevo combattuto il potere della DC. Gli risposi che se volevano fare la politica dei democristiani allora io non ci stavo più. Ma ci fu altra cosa che non mi andò giù”.

Ovvero?
“Marino, il figlio dell’ex-prefetto. Volle fare il nostro portavoce. Per me andava bene. Poi scoprii dai giornali che dopo una politica di spartizione dei posti era stato nominato allo IACP in quota Verdi senza che io sapessi nulla. Mi arrabbiai: sia chiaro, non era poltrona che volevo per me, ma volevo almeno partecipare alla decisione su chi darla”.

Ora è iscritto ai Verdi?
“No, sono iscritto al Partito Radicale Transnazionale: ne condivido le lotte e lo spirito non-violento”.

È favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere?
“Certo! E anche alla regolazione libera di quelle pesanti. È molto meglio e poi tutte le campagne proibizioniste sono state storicamente fallimentari e vanno solo a vantaggio della criminalità”.

Oggi voterà per i referendum?
“Certo, 4 SI senza neanche pensarci: mi sembra così ovvio”.

Cosa farebbe per Viterbo se oggi fosse sindaco?
“Per prima cosa gestirei la cosa pubblica come se fosse privata: con la stessa cura e attenzione, mentre in Comune spesso si tende a sprecare i soldi e a tirare a campare. Tra le varie cose poi farei la scala mobile da Faul al Duomo”.

E chiuderebbe il centro storico alle auto?
“Si ma prima vanno fatti i parcheggi. Già se ne parlava quando ero consigliere comunale ma è stato fatto solo quello del Sacrario estemporaneamente perché veniva il Papa”.

Meglio la Prima o la Seconda Repubblica?
“Non vedo grandi differenze. Ora ci sono porcherie più grosse perché c’è meno da rubare”.

Tangentopoli un golpe o una farsa?
“Di certo non un golpe, ma il PCI è stato bravo a dare tutte le colpe a PSI e DC pur avendone di grandi. I comunisti per 50 anni sono stati come il cane sotto il tavolo che sta a cuccia aspettando ossi e avanzi. In Italia non c’è mai stata opposizione e a Viterbo hanno sempre trescato con Fioroni”.

Chi è stato il miglior Sindaco di Viterbo?
“Non saprei. Gabbianelli ha fatto delle cose, ma mi sembra un ducetto con Via Marconi che è la sua via dell’Impero: è bella ma avrei speso i soldi diversamente. Però non saprei fare una graduatoria. Semmai posso dire quale è stato il peggiore”.

Chi?
“Fioroni che ha sempre fatto solo il gioco delle tre carte. Pure come Ministro ha fatto poco e niente. Certo, è intelligente, ma troppo teso a raggiungere i suoi scopi”

L’intervista finirebbe qui ma il Prof. Ercoli prima mi regala il film “Home”: “Lo faccia vedere a sua moglie e ai suoi figli, è importante per la tematica ambientalista”, mi fa. Poi parlando del Ruffini, nostra ex scuola (lui come insegnante, io come studente) si scaglia anche piuttosto bonariamente contro l’allora Preside Buzzi: “Mi querelò, tra l’altro, perché dissi che rubava lo stipendio. Gestiva la scuola come fosse una succursale del PLI. Fui assolto ma lì finì la mia esperienza a scuola”.

Questo è Osvaldo Ercoli: un vero ambientalista oltre la destra e la sinistra, senza peli sulla lingua, senza paura di farsi molti nemici: a partire da un big del centrosinistra come Peppe Fioroni.

Maurizio Makovec
makcomunevt@yahoo.it







OSVALDO ERCOLI: intervista Uscita sul Nuovo Corriere Viterbese

Nome: Osvaldo
Cognome: Ercoli
data di nascita: 30 gennaio 1930
dove: Valleranno (VT)
stato civile: coniugato con Maria Virgini; 3 figli e 6 nipoti.
titolo di studio: Laurea Scienze Matematiche alla Sapienza di Roma.
Militanza Politica: Fino agli anni ’70 nel Msi, poi nei Verdi per i quali è stato Consigliere Comunale a Viterbo e Provinciale.

Incontro il Professor Ercoli nello studio di casa sua nel primo pomeriggio di un sabato piovoso. Mi riceve con grande cordialità in camicia verde che quasi sembra un leghista, battuta che gli faccio.
Mai stato uno estimatore della Lega. Io sono da sempre, sin da ragazzo, un ambientalista convinto: quello dell’ecologia, del rispetto della natura e degli animali, è una tema che sento profondamente”, afferma.

Come Massimo Fornicoli, suo illustre concittadino.
È vero, so che spende gran parte del suo tempo in difesa e per la cura degli animali”.

Molti non lo sanno ma nel Movimento Sociale Italiano c’era una bella tradizione ecologica, soprattutto nell’area cosidetta rautiana. Quella che impazziva per il Signore degli Anelli, icona anche ambientalista di molte generazioni di giovani. 
“Altra importante verità: purtroppo la tradizione di destra ecologica si perse appena l’MSI si mise a tavola”.

Perché uscì dal partito?
Quando ci fu il referendum per il divorzio”.

Lei era favorevole?
Ovviamente! Per me la famiglia è fondamentale ed è importantissima nella mia vita. Ma come si può pensare che due persone se non vanno d’accordo devono per forza restare insieme tutta la vita? E’ un’assurdità”.

E invece Almirante si schierò contro il divorzio.
E già! La fece troppo grossa: si schierò con la DC, con Fanfani e la Chiesa. Mi dimisi scrivendogli una letteraccia”.

Una vicinanza pericolosa quella dell’MSI con la DC.
Altro che opposizione: a distanza di tanti anni si capisce bene. L’Msi, quando è servito, è sempre stato la stampella della Democrazia Cristiana purtroppo. Tante volte hanno votato per proteggere o assecondare Andreotti”.

Ma perché lei entrò nel Movimento Sociale?
Fondamentalmente per anticomunismo. Nel 1945-1946 vidi le loro malefatte, le loro violenze, la loro intolleranza, i loro soprusi anche in un paesino come Vallerano. Mio padre era morto, noi eravamo 5 figli abbastanza benestanti: ci davano sempre addosso, ci rubavano la notte…

Poi però militando nei verdi è stato alleato della sinistra e anche degli ex-comunisti.
Dopo, con gli anni, ho saputo distinguere tra comunismo reale e di pensiero. Oggi è tutto diverso anche se non digerisco quelli che al tempo appoggiarono le invasioni dell’Ungheria e della Cecoslovacchia. A cominciare da Napolitano”.

Chi erano i suoi compagni missini di allora?
Gemini, Soggiu, Gabbianelli, Signorelli…

Oggi tutti vicini alla destra berlusconiana.
Hanno preso la strada della politica di convenienza: francamente proprio non riesco a capire come facciamo a sostenere Berlusconi. Mi sembra una scelta contronatura”.

Non è mai stato sforato dall’idea?
Mai! Ma proprio mai. Per me è inconcepibile. Lo dico sinceramente: proprio non capisco come si possa sostenere una figura del genere”.

Con Gabbianelli fu Consigliere Comunale al tempo dei Verdi.
E lui faceva della belle e dure battaglie contro la DC, poi vedo che col tempo ha lasciato correre”.

Ora vota ancora?
Sempre. Spesso per i radicali e le loro liste”.

Perché?
Hanno le loro manchevolezze ma combattono sempre con serietà per problematiche civili  che sento molto”.

Perché in Germania i Verdi sono una realtà importante e decisiva della politica e in Italia no?
I Verdi in Italia sono come tutti i partitini: in fila per aspettare il loro pezzettino di torta. Per questo litigai con Bonelli inviando una lettera dimissioni”.

In che senso?
Per realpolitik: volevano che a Viterbo appoggiassi Fioroni. Per carità. Io che per 50 anni avevo combattuto il potere della DC. Gli risposi che se volevano fare la politica dei democristiani allora io non ci stavo più. Ma ci fu altra cosa che non mi andò giù”.

Ovvero?
Marino, il figlio dell’ex-prefetto. Volle fare il nostro portavoce. Per me andava bene. Poi scoprii dai giornali che dopo una politica di spartizione dei posti era stato nominato allo IACP in quota Verdi senza che io sapessi nulla. Mi arrabbiai: sia chiaro, non era poltrona che volevo per me, ma volevo almeno partecipare alla decisione su chi darla”.

Ora è iscritto ai Verdi?
No, sono iscritto al Partito Radicale Transnazionale: ne condivido le lotte e lo spirito non-violento”.

È favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere?
Certo! E anche alla regolazione libera di quelle pesanti. È molto meglio e poi tutte le campagne proibizioniste sono state storicamente fallimentari e vanno solo a vantaggio della criminalità”.

Oggi voterà per i referendum?
Certo, 4 SI senza neanche pensarci: mi sembra così ovvio”.

Cosa farebbe per Viterbo se oggi fosse sindaco?
Per prima cosa gestirei la cosa pubblica come se fosse privata: con la stessa cura e attenzione, mentre in Comune spesso si tende a sprecare i soldi e a tirare a campare. Tra le varie cose poi farei la scala mobile da Faul al Duomo”.

E chiuderebbe il centro storico alle auto?
Si ma prima vanno fatti i parcheggi. Già se ne parlava quando ero consigliere comunale ma è stato fatto solo quello del Sacrario estemporaneamente perché veniva il Papa”.

Meglio la Prima o la Seconda Repubblica?
Non vedo grandi differenze. Ora ci sono porcherie più grosse perché c’è meno da rubare”.

Tangentopoli un golpe o una farsa?
Di certo non un golpe, ma il PCI è stato bravo a dare tutte le colpe a PSI e DC pur avendone di grandi. I comunisti per 50 anni sono stati come il cane sotto il tavolo che sta a cuccia aspettando ossi e avanzi. In Italia non c’è mai stata opposizione e a Viterbo hanno sempre trescato con Fioroni”.

Chi è stato il miglior Sindaco di Viterbo?
Non saprei. Gabbianelli ha fatto delle cose, ma mi sembra un ducetto con Via Marconi che è la sua via dell’Impero: è bella ma avrei speso i soldi diversamente. Però non saprei fare una graduatoria. Semmai posso dire quale è stato il peggiore”.

Chi?
Fioroni che ha sempre fatto solo il gioco delle tre carte. Pure come Ministro ha fatto poco e niente. Certo, è intelligente, ma troppo teso a raggiungere i suoi scopi

L’intervista finirebbe qui ma il Prof. Ercoli prima mi regala il film “Home”: “Lo faccia vedere a sua moglie e ai suoi figli, è importante per la tematica ambientalista”, mi fa. Poi parlando del Ruffini, nostra ex scuola (lui come insegnante, io come studente) si scaglia anche piuttosto bonariamente contro l’allora Preside Buzzi: “Mi querelò, tra l’altro, perché dissi che rubava lo stipendio. Gestiva la scuola come fosse una succursale del PLI. Fui assolto ma lì finì la mia esperienza a scuola”.

Questo è Osvaldo Ercoli: un vero ambientalista oltre la destra e la sinistra, senza peli sulla lingua, senza paura di farsi molti nemici: a partire da un big del centrosinistra come Peppe Fioroni.

Maurizio Makovec
makcomunevt@yahoo.it





lunedì 22 agosto 2011

Il gran premio motociclistico di Motegi e l'hara-kiri radioattivo


 
 

SAMEDI 20 AOÛT 2011

Il gran premio motociclistico di Motegi e l'hara-kiri radioattivo

L’inquietudine dei piloti motociclisti riguardo alla tenuta delgran premio di Motegi è pienamente e obiettivamente fondato. L’Aipri non può che sostenerli nella loro legittima richiesta di annullamento del gran premio. Il loro buon senso spontaneo trova riscontri scientifici incontrovertibili. E tremendo e lacerante risconoscerlo ma va esplicitato senza tanti giri di parole. Fukushima è il più grave incidente nucleare mai avvenuto e più grave del insieme degli incidenti civili mai avvenuti. Ingenti quantitativi di radionuclidi polverizzati sono stati immessi nell’atmosfera mondiale, ossia tonnellate in ognuna delle quali vi sono circa 18 kg di elementi di fissione e di attivazione "longevi" che rappresentano un potenziale ufficiale di 1 miliardo di dosi letali per inalazione, e una parte è ricaduta sul territorio nipponico. Il Giappone è oramai una zona radioattiva off-limit sia per via del deposito di infinitesimali particelle radioattive su praticamente tutto il territorio, anche se più marcato da Tokyo compreso in su, sia per il fatto della contaminazione cronica dell’aria alimentata dagli incessanti rilasci di Fukushima. Recarsi in Giappone significa esporsi tanto alla radioattivitàartificiale esterna quando alla molto ma molto più dannosa radioattività interna respirando, bevendo e mangiando fatalmente particelle ionizzanti. Non vi è più, coltura, bestiame, cibo, acque, incontaminato. Le morti improvvise, testimoniate dai blog, stanno incrementandosi in Giappone in maniera spaventosa, enorme, gli aborti spontanei sono in crescita, sintomi di malessere fisico generico si stanno diffondendo nella popolazione, ingenti tracce di radioattività sono state riscontrate nei bambini, i rilievi radiologici dei cittadini provano una pesante e diffusa contaminazione nell’intero paese. Nessuno esce dal Giappone senza aver incorporato la sua dose di radionuclidi artificiali il cui effetto patogeno si mostrerà nel tempo. Nessuno esce dal Giappone senza aver incrementato la probabilità di morire di tumore, di infarto, di leucemia e di tante altre malattie. I piloti fanno bene a voler starne alla larga. Fanno bene a voler tutelare la loro salute. Fanno bene a rifiutarsi al hara-kiri radioattivo.

Hiroshima to Fukushima, Finishing the Job

venerdì 12 agosto 2011

Intervista a QUARTO TRABACCHINI uscita su IL NUOVO CORRIERE VITERBESE



Nome: Quarto
Cognome: Trabacchini
Nato a Grotte S.Stefano il 2 agosto 1949
Stato Civile: vedovo di Gemma Piacentini, ex Consigliere Comunale alla quale è intitolato il circolo PD del Pilastro. Si sta rifacendo una vita con una nuova compagna.
Un figlio, Alessio, vignettista presso la Coniglio Editore.
Studi: Maturità Tecnica
Attività: Funzionario di Partito.

Quarto Trabacchini dopo uno paio di cortesissime telefonate mi riceve sabato mattina al Bar Dei del Pilastro. Arriva puntuale, è un sessantenne garbato e dai modi gentili con qualche chiletto di troppo, ma questi chi non ne ha? Si capisce che in zona e al bar è personaggio noto. In parecchi lo salutano. Ora, se ti aspetti il classico comunista che mangia i bambini, un Peppone focoso e incendiario, beh, hai sbagliato persona. Qualcuno direbbe che è un buonista, in realtà Trabacchini sembra più che altro una persona sensata e un grande diplomatico.

Quando inizia la sua attività politica?
"Dalla scuola. Mi avvicinai subito al PCI attraverso la FGCI".

L'Urss come terra promessa?
"No, francamente dell'Urss mi interessava poco. Vedevo nel PCI un mezzo per combattere le ingiustizie".

Eravamo verso la fine degli anni '60, quelli delle lotte studentesche.
"A Viterbo fui uno degli organizzatori ma sinceramente qui eravamo nella provincia profonda, il '68 arrivò tardi ed edulcorato".

Pochi scontri e poche risse dunque.
"Rifiuto l'idea del '68 come scuola di violenza: per la stragrande maggioranza dei giovani non lo fu. Personalmente non fui mai coinvolto in episodi di questo genere, semmai in qualche banale scaramuccia. A Roma, è vero, il clima era diverso, più infuocato, me ne ricordo bene perché spesso andavo alla manifestazioni".

A Viterbo la battaglia era più civile.
"Indubbiamente. La battaglia politica era si dura, ma a differenza di oggi si svolgeva con lealtà, senza colpi bassi e senza insulti".

C’era maggiore rispetto?
"C'era da parte del PCI, della DC e degli altri partiti un profondo rispetto delle Istituzioni che non veniva mai meno. Oggi invece, pericolosamente, non c'è più, soprattutto da parte di Berlusconi e del centrodestra! Ma la difesa delle Istituzioni spetta a tutti e anche il centrosinistra deve distinguere tra la lotta politica e la difesa delle Istituzioni in tutte le aree".

Chi furono le sue figure di riferimento dell'epoca nel partito?
"La militanza fu una grande lezione di vita. Ricordo in particolare l'Avvocato e Senatore Leto Morvidi, Luigi Petroselli, l'Onorevole Angelo La Bella, Gualtiero Sarchi, Assuero Ginebri e molti altri compagni".

Dopo esperienze da Consigliere Provinciale e Comunale nel 1987 lei viene eletto deputato a soli 38 anni.
"Ero uno dei più giovani. La decisione fu presa dal partito che mi appoggiò con vigore: c’erano allora le 4 preferenze".

Nel 1992 venne riconfermato.
"Fu molto più dura perché il collegio era quella volta tutto il Lazio e c'era la preferenza unica. Nessuno pensava che Viterbo, praticamente un quartiere di Roma, potesse eleggere un suo deputato, invece dopo una campagna elettorale difficilissima ci riuscii".

Una grande gratificazione.
"Dopo una bella lotta democratica. Per questo sono molto arrabbiato con la legge elettorale attuale che vede i Parlamentari scelti dalle segreterie dei partiti e non eletti. La responsabilità non è solo della Lega e del PDL, ma anche del centrosinistra".

Nel 1994 però non si ricandidò.
"Decisione del partito che non mi dispiacque. La mattina dopo ero in federazione a lavorare per Capaldi e Sposetti che furono selezionati al mio posto e che sono miei amici. E poi credo con fermezza nel rinnovamento: i passi indietro sono spesso necessari altrimenti negli stessi posti ci sono sempre le stesse persone".

Le manca la vita da Parlamentare?
"No. Tra la Camera ed il Consiglio Comunale avrei scelto quest'ultimo per avere maggior contatto con la città. Però ricordo con piacere la mia più bella esperienza da deputato: quella nella Commissione Esteri e al Consiglio Europeo di Difesa. Mi permise di conoscere molte realtà significative in Europa e nel Mondo".

E' vero che gran parte del vostro stipendio da Parlamentare andava al partito?
"Si, certo. Oggi credo che anche su questo punto ci sia stato un allentamento dei costumi".

Oggi per chi vota?
"Beh sono tuttora iscritto al PD e continuo la militanza politica con entusiasmo".

Non siete diventati un po' bacchettoni con questa storia del Bunga Bunga?
"Chi fa politica deve essere integerrimo e fare una vita specchiata. Ho sempre tenuto molto alla questione etica al di là di ogni moralismo".

Quale era la sua aria di riferimento nel partito?
"Era Berlinguer! E prima di lui era Luigi Longo che, lo dimentichiamo spesso, ma fu il segretario del PCI che aprì ai giovani del '68 portando il partito, con il famoso articolo di Rinascita, ad essere per loro un punto di riferimento di lotta ed impegno democratico".

Era favorevole alla svolta di Occhetto?
"No. Perché eravamo già da anni socialdemocratici, non mi piaceva l'iconoclastia esasperata ed il guardare avanti senza sapere bene dove. I fatti mi hanno dato ragione ma poco importa, mi interessano solo l'oggi e il domani".

E al PD?
"Si, ma nel PD ho lavorato alla terza mozione per farlo nascere dal basso sulla base dei comuni ideali tra sinistra e cattolici".

Ma allora lei non è un vecchio comunista mangiapreti?
"Macchè, mi hanno spesso definito cattocomunista, definizione che non mi pesa: alcuni miei maestri di vita sono stati dei sacerdoti. Anche se non sono un praticante".

Perché la sinistra non ha mai conquistato il Comune di Viterbo?
"Sicuramente per alcuni limiti nostri ma anche perché è una città estremamente conservatrice. Credo però che con le giuste alleanze il PDL si possa battere come è successo altrove. E poi l'assenza di ricambio non fa crescere le città e non risolve i problemi".

Giuste alleanze: anche con FLI?
"Se fossero disponibili non ci vedo nulla di male. La parabola del Berlusconismo è quasi arrivata alla fine. Bisogna che tutte le forze di sinistra e di centro si uniscano per voltare pagina sforzandosi di lavorare insieme sui programmi, le idee e la difesa delle istituzioni".

E SEL?
"La sinistra ha un enorme difetto: quando si divide vede come nemico chi le sta più vicino. SEL si sta muovendo bene. Vendola è molto bravo, lo conosco da anni, siamo stati insieme sotto le bombe a Sarajevo rischiando la vita".

Come giudica la segreteria di Bersani?
"Anche lui si sta muovendo bene: la strada è quella giusta e vedo con piacere che anche Di Pietro sta abbandonando certi toni. Vorrei solo si lavorasse di più alla costruzione, al rafforzamento, del PD che anche nella nostra provincia è più una federazione di gruppi e sottogruppi che un partito solido".

Chi voterebbe oggi a Napoli?
"De Magistris che appoggerei senza se e senza ma. Come vedo ha fatto giustamente il PD. Può essere un buon sindaco e poi il suo avversario ha padrini non raccomandabili come Cosentino".

Ce la farà Pisapia a Milano?
"Ha già fatto qualcosa di straordinario. Spero di si: è una persona per bene e di certo non è un estremista. E poi ha un forte legame con la città".

Chi sarà il vostro candidato sindaco a Viterbo tra due anni?
"Spero si facciano le primarie. Ho delle idee ma ora le tengo per me".

Fioroni?
"Può essere ma potrebbe anche essere persona del PD o di SEL. Le primarie decideranno: la destra ha un padrone, noi no".

Cosa pensa di Marini Sindaco e Deputato?
"E' una grande ingiustizia: il Sindaco dovrebbe essere 24 ore al servizio della città ed il Parlamentare 24 ore al servizio del paese".

Di cosa ha urgente bisogno Viterbo?
"E' una città che non cresce: Ci vogliono politiche di sviluppo e occupazione. Invece il Centro Storico non si affronta, le Terme non si affrontano, l'Urbanistica e la crescita armonica della città non si affrontano, l'Expo non si affronta! I Trasporti sono disastrosi. Auspico che tutte le forze politiche, sociali, sindacali, associative e le istituzioni si mettano insieme per lo sviluppo della città e per renderla anche più vivibile alle categorie svantaggiate".

Però voi avete gestito l'APT e la Provincia ma per il Turismo nella Tuscia non è stato fatto molto.
"E' vero e dovremmo fare tutti un'analisi profonda della situazione, riconoscendo i limiti che ci sono e ci sono stati. Il turismo può essere per il territorio una grande opportunità, va fatta promozione e va messo al centro del discorso politico. Come è stato fatto in Umbria e Toscana dove Regione ed Enti locali hanno lavorato in sinergia".

Un'ultima battuta. Ascenzi su questo giornale ha dichiarato che tangentopoli è stato un complotto tra PCI e certi magistrati. E' d'accordo?
"Stimo Ascenzi ma stavolta ha detto una fesseria. Come ancora oggi ne dice tante Berlusconi sull'argomento".

L'intervista è finita e Quarto Trabacchini si accende l'ennesima MS: per fortuna siamo seduti all'aperto.



Maurizio Makovec
makcomunevt@yahoo.it







martedì 9 agosto 2011

foto di makovec che presenta massimo fini a lidi d'autore



CHIUSA LA PRIMA EDIZIONE DI LIDI D'AUTORE

Si è conclusa domenica la prima edizione di Lidi d'Autore. L'idea, promossa dall'associazione Alta Marea ed organizzata in tempi brevissimi a ridosso dell'estate, è questa: portare i libri ed i loro autori sulle spiagge, sui lidi della Tuscia, siano essi lacustri o marini,  all'ora dell'aperitivo. Ovvero quando si lascia la spiaggia ma si continua a vivere le sue prossimità in attesa del tramonto e della cena. Della serie: se chi sta in vacanza al mare o al lago non va agli incontri letterari, sono gli incontri letterari che vanno da lui. Si è trattato questo di un anno zero, di un'edizione di prova, che però ci ha dato speranza e fiducia di poterci ripetere con più mezzi ed energie nel 2012. La prima stagione ha visto protagonisti i lidi di Ronciglione, Marta, Bolsena e Tarquinia. Sono stati presentati autori locali e non, come Giorgio Nisini, Franco Grattarola, Stefano Paolocci, Daniele Catalani, Elvio Calderoni e soprattutto Massimo Fini, la prima vera star della manifestazione che nel penultimo appuntamento di sabato 6 agosto al Gradinoro a Tarquinia ha infuocato la platea ed il dibattito con il suo scandaloso Mullah Omar.
Ringraziamo infine la Provincia di Viterbo per averci sostenuto, le case editrici, gli autori intervenuti e soprattutto le decine e decine di persone che nei 6 incontri di Lidi d'Autore 2011 hanno mostrato voglia di ascoltare, leggere, partecipare.

L'associazione ALTA MAREA

lunedì 1 agosto 2011

MASSIMO FINI A TARQUINIA

MASSIMO FINI  a Tarquinia il 6 agosto 2011 alle 19.

Uno dei più grandi giornalisti italiani, l'anticonformista e provocatore MASSIMO FINI, sarà a Tarquinia il 6 agosto 2011 alle 19, presso il GRADINORO in occasione di LIDI D'AUTORE, per presentare il suo ultimo scandaloso libro: IL MULLAH OMAR, Marsilio editore. 

lunedì 4 luglio 2011

Intervista a Nando SIGNORELLI

Uscita il 22 maggio 2011 su "IL NUOVO CORRIERE VITERBESE"




Nome : Ferdinando
Cognome: Signorelli
Nato a Roma l'11 ottobre 1928
Stato Civile: Vedovo, "e che sono matto a risposarmi", commenta.
1 figlia, Patrizia, avvocato
Titolo di Studio: Laurea in Medicina specializzato al Forlanini in malattie polmonari.
Attività : medico ed insegnate presso le Università Cattolica e di Tor Vergata nei corsi di laurea di II° livello.  

Ferdinando Signorelli è uno splendido 83enne che vive solo in una casa di tre piani nel cuore di Pianoscarano. Zampetta per le scale da far invidia a tanti 20enni accidiosi e si gode il suo terrazzo con vista sul "paradosso" e sulle torri di san pellegrino, dove corregge le tesi dei suoi studenti. In un angolo della cucina una grande brocca dell'MSI: "Una volta queste cose univano la gente, ora hanno distrutto tutta la parte umana della politica", esordisce.
La sua storia politica inizia da lontanissimo, un'epoca, alla fine della Seconda Guerra Mondiale. "Non feci in tempo ad andare al Nord con la RSI", si rammarica, "ma nel 1944 ero al fronte di Cassino come ausiliario delle truppe germaniche: avevo 16 anni! Tant'è vero che nella Navicella del Senato scrissero: ... ha combattuto nella battaglia per la difesa di Roma nel 1943-44 con le truppe germaniche".
Una vita fa per l'appunto. E poi cosa successe?
"A Roma, a guerra finita, entrai nelle formazioni politiche che diedero vita al MSI. Presto decidemmo di non fare vita clandestina ma di accettare le regole della politica democratica. Fu l'inizio di un lungo percorso di militanza con le prime responsabilità nella direzione del partito: il segretario era Arturo Michelini".
Come mai poi si spostò a Viterbo?
"Per lavoro. Negli anni '60 fui assunto come medico dal Consorzio Provinciale Antitubercolare e Malattie Respiratorie. Nel 1964 divenni segretrario provinciale del Msi e nel 1965 venni eletto per la prima volta in Consiglio Comunale".
Quali i compagni di viaggio dell'epoca?
"Ricordo in particolare l'Ing. Sini, Orazio Puletti e Pippi D'Angelo: facemmo un grande lavoro e diventammo una delle province più forti della penisola. Nel frattempo venni eletto per tre legislature consecutive al Comune di Viterbo".
E non solo?
"No! Fui consigliere anche a Tarquinia, Montalto, Acquapendente, Soriano, Ronciglione, Tuscania: avevamo pochi militanti, portavo voti ed impostavo la politica in paese per poi lasciare il posto alla gente del posto".
Discriminazioni?
"Tante. Nella professione fui sempre sfavorito nei concorsi. Poi alle prime sedute dei Condigli Comunali a Ronciglione e Tuscania i consiglieri di sinistra si opposero fisicamente all'ingresso in aula del fascista Signorelli".
Lei subì anche delle minacce e degli attentati?
"Le minacce non si contano, furono anni tragici, di sangue. A Santa Marinella nel 1972, ero con Carlo Alberto Guida, scendemmo dall'auto per un comizio organizzato e ci spararono senza colpirici per fortuna. Poi, lo stesso anno, mi tirarono una molotov durante un comizio romano a Piazza Madonna di Guadalupe. E poi molti di noi erano nelle liste speciali di proscrizione delle BR".
Suo fratello Paolo, dirigente ed ideologo di spicco di Ordine Nuovo fu arrestato nel 1980, lei nel 1983 entrò in Senato anche per aiutarlo. Ci riusci?
"Mio fratello si è fatto 10 anni di galera per poi essere assolto da ogni accusa. In Senato ho potuto conoscere meglio la strategia della tensione attuata in gran parte dal regime politico tramite la centrale dell'ufficio affari riservato del ministero degli interni con alcune procure sparse. Il fine, utilizzando il pentitismo, era di accusare la destra cosiddetta eversiva delle stragi".
E gli opposti estremismi?
"Teorema organizzato per far sopravvivere un regime che portava l'Italia al collasso socio-economico: hanno iniziato con la strage di Bologna. Hanno organizzato le stragi i servizi, alcuni politici e alcune procure in combutta. Né la Mambro né Fioravanti, né altri della destra ne sono responsabili. La strage "fascista" serviva per coprire il regime".
Torniamo a Viterbo. Come si sviluppò il partito?
"Organizzammo sezioni, in tutta la provincia, anche nelle frazioni con una fitta rete di militanti. Il grande successo arriva verso il 1993-94 con il collasso della Prima Repubblica: nel 1993 alle provinciali presi il 18% ed il partito ebbe risultati clamorosi a Roma e Napoli con la nuova legge elettorale per il Sindaco, rispettivamente con la Mussolini e Fini".
Nel 1995 ci fu Fiuggi.
"Ci siamo dovuti adeguare alle nuove circostanze, eravamo realtà di governo ormai, ce lo chiedeva l'opinione pubblica in Italia e in Europa. Certo AN edulcorò molti i principi fondanti dell'Msi nell'ottica reale di essere ormai partito di governo".
Come giudica la Prima Repubblica?
"Un vero regime dominato da DC-PSI-PCI che si reggeva sul binomio corruzione e terrorismo politico. Vedi anche nel 1978 l'omicidio Moro. Per fortuna ci fu prima la caduta del muro e poi mani pulite con Di Pietro che fece bene il suo mestiere".
Come giudica Meroi e Gabbianelli, gli unici due Sindaci che Viterbo ha avuto di provenienza politica e culturale MSI.
"Male. Ho lasciato AN critico verso gente come loro: dalla torre li butterei entrambi. Non ho di loro nessuna stima, si sono limitati a sostituire il vecchio regime senza fare molto altro. Ma d'altronde non saprei chi non buttare tra gli attuali conduttori della politica, non solo a Viterbo".
Cosa pensa del Berlusconismo?
"Ha cambiato la politica italiana dandole una impostazione radicalmente nuova anche nelle formule organizzative. Oggi però se ne osserva anche un'involuzione che alle volte ha assunto aspetti inquietanti."
Attratto da FLI?
Assolutamente no. Ora sono dirigente della Destra di Storace. Già nel 2001 mi dimisi da AN con un documento molto duro perché il partito cominciava ad assumere gli aspetti caratterizzanti dei partiti della prima repubblica".
Gianfranco Fini lei lo conosce bene. Quale il suo giudizio?
"Un personaggio certamente intelligente, preparato, colto, buon affabulatore, cresciuto e formato nella scuola di partito con leader insigni come Almirante. Attualmente mi sembra l'opposto di quello che rappresentò fino al 2003 circa".
C'è un po' di amarezza nella sua storia politica?
"Certo. Le nostre idee che abbiamo portato avanti con coraggio e pericolo dal 1946 al 1994 ci hanno portato fino al Governo della Nazione ma Fini e compagni le hanno tradite".
Mi faccia un esempio.
"Dovevamo attuare quei programmi che in sintesi esprimerei come la terza fase dell'evoluzione programmatica del cosiddetto fascismo. Ovvero l'attuazione dei principi partecipativi. Non è nostalgismo, affatto, ma vero progresso verso un'attualità politica impostata sugli istituti partecipativi già in parte attuati altrove, penso alla Germania e al Giappone, ma anche nelle commissioni europee che si interessano di sociale e lavoro. In realtà questa terza fase della dottrina partecipativa è patrimonio più della destra sociale e nazionale che del fascismo".
Cosa pensa della politica delle amministrazioni comunali negli ultimi anni? In particolare per il Centro Storico dove lei risiede da sempre.
"Il mio giudizio è negativo da sempre. Il centro è invivibile sia per i residenti che per i turisti. Ci vogliono progetti per valle Faul, per i parcheggi e per lo sviluppo del centro. Sono totalmente critico con il perpetuarsi di classi dirigenti che hanno scarse capacità: come hanno dimostrato in decenni di attività. Dovrebbero trasformare la realtà strutturale, economica e sociale di Viterbo ma non ne sono capaci. Hanno dimenticato il raddoppio della cassia fino a Siena, il semianello, la tangenziale, la ferrovia Orte-Civitavecchia condannandoci ad un inevevitabile isolamento".
Dunque tutti male?
"Certo! Non ho nessuna fiducia e stima da chi sul campo ha dimostrato incompetenza e scarse capacità gestionali".
 

venerdì 24 giugno 2011

Pippi D'Angelo

Domenica prossima su "Il Nuovo Corriere Viterbese", intervista senza peli sulla lingua a Pippi D'Angelo.
E una rivelazione: nel 1995 il candidato sindaco del centro-destra era lui. In una notte decisiva all'ultimo moemnto fu poi scelto Meroi. "Io sono considerato inaffidabile, al contrario di altri, perché non mi limito ad eseguire" afferma nell'intervista D'Angelo.

lunedì 20 giugno 2011

FRANCO GRATTAROLA : L'ultimo Radicale

Intervista pubblicata su "IL NUOVO CORRIERE DI VITERBO" l'8 maggio 2011.


Franco Grattarola è stato per anni praticamente l'unico politico del Partito Radicale, della Lista Pannella, della Lista Bonino ecc... e quasi l'unico militante. Sicuro di testimoniare una presenza, sicuro di raccogliere pochi voti, sicuro di non spartirsi neanche mezza poltrona, uno straccio di circoscrizione.
Ora Franco Grattarola, classe 1963, 48 anni appena compiuti visto che è nato il 7 aprile, celibe, maturità classica, non si dedica più alla politica ma unicamente alla sua proficua attività di scrittore. E' uno dei maggiori intellettuali viterbesi non-organici, uno dei più grandi conoscitori del "cinema di genere" (e non solo) in Italia. Ha pubblicato nel 2005
"Pasolini, una vita violentata" (Coniglio Editore), nel 2008 "La Tuscia nel cinema" (Melting Pot Edizioni) e  "Continuarono a chiamarlo Bud Spencer"  (Struwwelpeter Edizioni, in collaborazione con Matteo Norcini), ha collaborato alla nuova edizione riveduta e aggiornata del "Dizionario del cinema italiano" (Gremese Editore, 2009, autori principali: Roberto Poppi e Mario Pecorari), ha partecipato a "Il portaborse vent’anni dopo" (Rubbettino Editore, 2011, a cura di Italo Moscati) con un lungo saggio sul cinema politico italiano e un’intervista all’ex vicesegretario socialista Giulio Di Donato e ora sta per pubblicare, in collaborazione con Andrea Napoli per Coniglio Editore, anche un volume enorme dal titolo "Luce rossa. La nascita e le prime fasi del cinema pornografico in Italia". Gli appassionati lo conoscono bene anche perché è il principale animatore della rivista cult "Cine 70", oltre che collaboratore di Blue, XSatelliteX, Classix! e Libero.
Allora Franco la tua è una militanza radicale da sempre.
"Non proprio perché in verità ebbi una prima esperienza giovanile, ero ancora minorenne, nel PDUP nato da una costola de Il Manifesto. Tra gli altri c'erano Peppe Sini e Marco Faregna, probabilmente l'unico che ha fatto una luminosa carriera".

Il primo voto?

"Nel 1983, Partito Radicale con preferenza per Toni Negri
".

A Viterbo il PR non ha mai avuto grande visibilità.

"L'unico consigliere comunale e provinciale vicino a noi era Osvaldo Ercoli che militava in altri partiti ma che era iscritto al Partito Radicale Transnazionale. Come partito vero e proprio non abbiamo mai avuto rappresentanti eletti
".

Per un certo periodo tu ti sei quasi sempre candidato.
"Direi sempre. Nel 1990 confluimmo in una lista Verdi che elesse per l'appunto solo Ercoli. Io personalmente arrivai quinto. Poi mi candidai alla Regione Lazio nella lista Antiproibizionisti che ebbe un certo successo tanto che in alcuni centri della Tuscia prese più voti di partiti consolidati come PLI e PSDI".

Sbaglio o foste anche vicini ai Socialisti?

"Sì, nel 1993: costituimmo la lista "Unità democratica per la Tuscia" per la Provincia con PSI, una parte del PSDI, noi Radicali e candidato Presidente Camillo Fiaschetti. Eravamo in  piena Tangentopoli con un partito che aveva più di 100 anni che si evaporava di colpo: più che un suicidio fu un'eutanasia. Incredibilmente fummo l'unica lista socialista che ebbe successo e fu citata dall'Avanti
".

Ci fui poi la Lista Pannella.
"Mi candidai alla Camera nel 1994 e al Comune come Sindaco nel 1995".

Pochi voti: erano candidati pezzi da 90 come Ascenzi, Fioroni, Mezzetti e Meroi...
"Circa l'1%, una miseria. Al ballottaggio non facemmo apparentamento ufficiale ma invitammo a votare Meroi. In realtà vi era con la destra un accordo tra gentiluomini per dare visibilità ad una nostra persona in caso di vittoria. Tra l'altro non ero io quella persona. Ovviamente essendo un accordo tra gentiluomini non fu rispettato. Credo fecero una cosa simile con il CCD. Ma d'altronde gli uomini della Seconda Repubblica si sono dimostrati in tutto e per tutto analoghi a quelli della Prima".

Quando il Partito Radicale candidò Cicciolina ci fu anche un pomeriggio viterbese incredibile.
"Il militante viterbese ed a sua volta candidato alla Camera Giulio Signorelli fu l'unico ad avere il coraggio di fare l'abbinata delle preferenze con lei. Girò Viterbo con Cicciolina sottobraccio insieme ad altri due militanti: Vittorio Naso e Luigi Rossi. Si presentò con lei - vestita succinta con tanto zatteroni e coroncina in testa - anche ad un ricevimento per la Festa della Repubblica in Prefettura. Sull'invito era scritto: "Giulio Signorelli e Signora". Successe un casino, c'era anche il vescovo e la moglie del Prefetto Marino, che non la conosceva, quando fu informata di chi fosse Cicciolina svenne clamorosamente. La memorabile giornata non finì qui: dopo la Prefettura ci fu passeggiata per il corso con caotica sosta da Schenardi e la sera uno spogliarello elettorale all'Azzurro stracolmo di militari" mi dice Franco sorridendo. La Viterbo bacchettona e conservatrice di 20 anni fa doveva essere sconvolta.

Oggi non fai più politica.
"Sono sempre Radicale, nel 2006 gli amici socialisti proposero di candidarmi alla Camera per la Rosa nel Pugno, ma la mia candidatura fu depennata dalla dirigente radicale Rita Bernardini. L'anno scorso, dopo aver rifiutato la candidatura alla Regione nella Lista Bonino, ho dato una mano all'amico Massimo Onofri".

E il partito a Viterbo?
"Prima ci fu Giulio Signorelli, poi lo animai io fino al 2001 circa, ma eravamo pochissimi, i classici 4 amici al bar. Ora la militanza radicale è moribonda perché purtroppo non c'è stato ricambio generazionale".

Voti ancora?
"Si, quando ci sono le liste Radicali, altrimenti, come ho fatto nel 2008, voto il Partito Socialista di Riccardo Nencini".

E in Comune c'è qualcuno che vi rappresenta politicamente?
"Nessuno! Dei 40 consiglieri nessuno ci rappresenta, non si sa neanche che idee hanno: sono solo gente in lotta per una fetta di potere. Avevo i calzoni corti e c'era Nando Gigli. Ora ho i capelli bianchi e c'è ancora Nando Gigli. Sono tutti continuatori uno dell'altro, non c'è mai stato nessun innovatore".

Però la città è cambiata. Anche solo pensando a come è molto più vissuta la sera e l'estate rispetto a 20 anni fa quando alle 8 calava il coprifuoco.
"Certo, c'è stato un netto cambiamento dei costumi ma non ha nulla a che fare con la politica: doveva succedere ed è successo al di là della politica che però se ne è abilmente appropriata cavalcando per consenso le varie iniziative proprio come avevano sempre fatto prima PCI, PSI e DC... forse sono cambiati i modi. Prima Fioroni offriva le porchette in piazza ora si regalano i biglietti per le feste in discoteca".

Proviamo a sognare. Cosa farebbe di "radicalmente" diverso Franco Grattarola Sindaco?
"Farei subito due cose davvero paradossalmente innovative per Viterbo. Primo chiuderei tutto il centro storico alle auto. E' assurdo che le nostre splendide stradine medievali siano devastate e contaminate dal continuo passaggio di autovetture e camion addirittura. La città, i suoi cittadini, ne avrebbero solo vantaggi: basta guardare vicino a noi ad Orvieto dove il centro è più vivo che mai e senza auto. Ormai il centro di Viterbo è solo un grande parcheggio. Secondo, bloccherei totalmente lo sviluppo edilizio di Viterbo: dopo tutti i danni fatti c'è qualche politico che sogna ancora il contrario".

Che ne pensi di Futuro e Libertà?
"Cito Buttafuoco: le idee possono anche essere giuste ma chi le rappresenta è sbagliato. Mi fa ridere che ora quella che era la destra più becera e reazionaria, amica di Le Pen, si dia arie da destra libertaria. Bocchino con la moglie mi hanno querelato per stalking per un articolo comparso su Libero sulle sovvenzioni al cinema date anche alla società della signora. E questa sarebbe la destra libertaria?"

Però Della Vedova viene dai Radicali.

"La più grande colpa del PR è di aver dato una classe dirigente ai partiti che non la avevano: alcuni sono diventati delle vere e proprie barzellette
".

Che ne pensi del Bunga Bunga?
"Che cosa divertente! Lo dovremmo guardare con distacco, tra 30 anni. Ci furono scandali simili negli anni '60 con politici coinvolti in un giro di squillo da 1 milione di lire a botta! Sociologicamente le intercettazioni sono un meraviglioso spaccato della società. Non ho una posizione da moralista quanto da studioso di costume: sono davvero interessanti. Poi la reazione di Berlusconi è da vecchio perché in realtà questa è una lotta per il potere tra vecchi. Il Berlusconi impresario TV è stato un innovatore, in politica invece no... purtroppo".

In una intervista precedente Silvio Ascenzi su questo giornale ha detto che Tangentopoli è stato un golpe della magistratura con i comunisti.
Ride. "Ma quale Golpe? Con Di Pietro poi! Più che golpe una commedia all'italiana! Tangentopoli è stata semplicemente la scoperta dell'acqua calda: è venuto a galla quello che tutti sapevano. E' il risultato di una partitocrazia onnivora".

Oggi molti temi radicali sembrano sopiti, di antiproibizionismo non si parla più. Eppure fa molti più morti l'alcool della droga.
"E' vero. Purtroppo sono temi che andrebbero ripresi. Una delle poche cose buone che fece il governo Amato nel 1992 fu quella di derubricare il possesso di stupefacenti".

Facciamo il gioco della torre. Storce il naso.
"Non mi è mai piaciuto".

Proviamo. Tra Gabbianelli e Meroi.
"Chi butto? Ma mi buttano loro: la torre gli appartiene e non la vogliono mollare".

Tra Capezzone e Della Vedova.
"Mi butto io per evitare il contatto".

Tra Fioroni e Gigli.
"Finisce come tra Gabbianelli e Meroi anche se Gigli personalmente non lo conosco".

Tra D'Alema e Vendola?
"Due parolai che mi stordirebbero a suon di chiacchiere. D'Alema mi è più simpatico perché è più antipatico".

Tra Marcoccia e Ascenzi?

"Non li frequento, li conosco molto superficialmente
".

Tra Marini e Allegrini?

"Dovrebbero buttarli giù gli elettori. Io non li ho mai votati e spero che i viterbesi prima o poi li "scoperchino" ritrovando quello spirito ribelle come fecero con i cardinali nel medioevo
".


Maurizio Makovec