giovedì 25 agosto 2011

OSVALDO ERCOLI: intervista Uscita sul Nuovo Corriere Viterbese

Nome: Osvaldo
Cognome: Ercoli
data di nascita: 30 gennaio 1930
dove: Valleranno (VT)
stato civile: coniugato con Maria Virgini; 3 figli e 6 nipoti.
titolo di studio: Laurea Scienze Matematiche alla Sapienza di Roma.
Militanza Politica: Fino agli anni ’70 nel Msi, poi nei Verdi per i quali è stato Consigliere Comunale a Viterbo e Provinciale.

Incontro il Professor Ercoli nello studio di casa sua nel primo pomeriggio di un sabato piovoso. Mi riceve con grande cordialità in camicia verde che quasi sembra un leghista, battuta che gli faccio.
“Mai stato uno estimatore della Lega. Io sono da sempre, sin da ragazzo, un ambientalista convinto: quello dell’ecologia, del rispetto della natura e degli animali, è una tema che sento profondamente”, afferma.

Come Massimo Fornicoli, suo illustre concittadino.
“È vero, so che spende gran parte del suo tempo in difesa e per la cura degli animali”.

Molti non lo sanno ma nel Movimento Sociale Italiano c’era una bella tradizione ecologica, soprattutto nell’area cosidetta rautiana. Quella che impazziva per il Signore degli Anelli, icona anche ambientalista di molte generazioni di giovani.
“Altra importante verità: purtroppo la tradizione di destra ecologica si perse appena l’MSI si mise a tavola”.

Perché uscì dal partito?
“Quando ci fu il referendum per il divorzio”.

Lei era favorevole?
“Ovviamente! Per me la famiglia è fondamentale ed è importantissima nella mia vita. Ma come si può pensare che due persone se non vanno d’accordo devono per forza restare insieme tutta la vita? E’ un’assurdità”.

E invece Almirante si schierò contro il divorzio.
“E già! La fece troppo grossa: si schierò con la DC, con Fanfani e la Chiesa. Mi dimisi scrivendogli una letteraccia”.

Una vicinanza pericolosa quella dell’MSI con la DC.
“Altro che opposizione: a distanza di tanti anni si capisce bene. L’Msi, quando è servito, è sempre stato la stampella della Democrazia Cristiana purtroppo. Tante volte hanno votato per proteggere o assecondare Andreotti”.

Ma perché lei entrò nel Movimento Sociale?
“Fondamentalmente per anticomunismo. Nel 1945-1946 vidi le loro malefatte, le loro violenze, la loro intolleranza, i loro soprusi anche in un paesino come Vallerano. Mio padre era morto, noi eravamo 5 figli abbastanza benestanti: ci davano sempre addosso, ci rubavano la notte…”

Poi però militando nei verdi è stato alleato della sinistra e anche degli ex-comunisti.
“Dopo, con gli anni, ho saputo distinguere tra comunismo reale e di pensiero. Oggi è tutto diverso anche se non digerisco quelli che al tempo appoggiarono le invasioni dell’Ungheria e della Cecoslovacchia. A cominciare da Napolitano”.

Chi erano i suoi compagni missini di allora?
“Gemini, Soggiu, Gabbianelli, Signorelli…”

Oggi tutti vicini alla destra berlusconiana.
“Hanno preso la strada della politica di convenienza: francamente proprio non riesco a capire come facciamo a sostenere Berlusconi. Mi sembra una scelta contronatura”.

Non è mai stato sforato dall’idea?
“Mai! Ma proprio mai. Per me è inconcepibile. Lo dico sinceramente: proprio non capisco come si possa sostenere una figura del genere”.

Con Gabbianelli fu Consigliere Comunale al tempo dei Verdi.
“E lui faceva della belle e dure battaglie contro la DC, poi vedo che col tempo ha lasciato correre”.

Ora vota ancora?
“Sempre. Spesso per i radicali e le loro liste”.

Perché?
“Hanno le loro manchevolezze ma combattono sempre con serietà per problematiche civili che sento molto”.

Perché in Germania i Verdi sono una realtà importante e decisiva della politica e in Italia no?
“I Verdi in Italia sono come tutti i partitini: in fila per aspettare il loro pezzettino di torta. Per questo litigai con Bonelli inviando una lettera dimissioni”.

In che senso?
“Per realpolitik: volevano che a Viterbo appoggiassi Fioroni. Per carità. Io che per 50 anni avevo combattuto il potere della DC. Gli risposi che se volevano fare la politica dei democristiani allora io non ci stavo più. Ma ci fu altra cosa che non mi andò giù”.

Ovvero?
“Marino, il figlio dell’ex-prefetto. Volle fare il nostro portavoce. Per me andava bene. Poi scoprii dai giornali che dopo una politica di spartizione dei posti era stato nominato allo IACP in quota Verdi senza che io sapessi nulla. Mi arrabbiai: sia chiaro, non era poltrona che volevo per me, ma volevo almeno partecipare alla decisione su chi darla”.

Ora è iscritto ai Verdi?
“No, sono iscritto al Partito Radicale Transnazionale: ne condivido le lotte e lo spirito non-violento”.

È favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere?
“Certo! E anche alla regolazione libera di quelle pesanti. È molto meglio e poi tutte le campagne proibizioniste sono state storicamente fallimentari e vanno solo a vantaggio della criminalità”.

Oggi voterà per i referendum?
“Certo, 4 SI senza neanche pensarci: mi sembra così ovvio”.

Cosa farebbe per Viterbo se oggi fosse sindaco?
“Per prima cosa gestirei la cosa pubblica come se fosse privata: con la stessa cura e attenzione, mentre in Comune spesso si tende a sprecare i soldi e a tirare a campare. Tra le varie cose poi farei la scala mobile da Faul al Duomo”.

E chiuderebbe il centro storico alle auto?
“Si ma prima vanno fatti i parcheggi. Già se ne parlava quando ero consigliere comunale ma è stato fatto solo quello del Sacrario estemporaneamente perché veniva il Papa”.

Meglio la Prima o la Seconda Repubblica?
“Non vedo grandi differenze. Ora ci sono porcherie più grosse perché c’è meno da rubare”.

Tangentopoli un golpe o una farsa?
“Di certo non un golpe, ma il PCI è stato bravo a dare tutte le colpe a PSI e DC pur avendone di grandi. I comunisti per 50 anni sono stati come il cane sotto il tavolo che sta a cuccia aspettando ossi e avanzi. In Italia non c’è mai stata opposizione e a Viterbo hanno sempre trescato con Fioroni”.

Chi è stato il miglior Sindaco di Viterbo?
“Non saprei. Gabbianelli ha fatto delle cose, ma mi sembra un ducetto con Via Marconi che è la sua via dell’Impero: è bella ma avrei speso i soldi diversamente. Però non saprei fare una graduatoria. Semmai posso dire quale è stato il peggiore”.

Chi?
“Fioroni che ha sempre fatto solo il gioco delle tre carte. Pure come Ministro ha fatto poco e niente. Certo, è intelligente, ma troppo teso a raggiungere i suoi scopi”

L’intervista finirebbe qui ma il Prof. Ercoli prima mi regala il film “Home”: “Lo faccia vedere a sua moglie e ai suoi figli, è importante per la tematica ambientalista”, mi fa. Poi parlando del Ruffini, nostra ex scuola (lui come insegnante, io come studente) si scaglia anche piuttosto bonariamente contro l’allora Preside Buzzi: “Mi querelò, tra l’altro, perché dissi che rubava lo stipendio. Gestiva la scuola come fosse una succursale del PLI. Fui assolto ma lì finì la mia esperienza a scuola”.

Questo è Osvaldo Ercoli: un vero ambientalista oltre la destra e la sinistra, senza peli sulla lingua, senza paura di farsi molti nemici: a partire da un big del centrosinistra come Peppe Fioroni.

Maurizio Makovec
makcomunevt@yahoo.it







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