Ma quante opere di bene dai cinque ex presidenti!
Qualche
attenuante ha invece Bush senior, repubblicano: Saddam Hussein aveva
aggredito il Kuwait, Stato sovrano rappresentato all’Onu (anche se, per
la verità, il Kuwait è uno Stato fantoccio creato dagli Stati Uniti nel
1960 per i loro interessi petroliferi). Le perplessità, per chiamarle
così, vengono dal modo in cui gli americani condussero quella guerra.
Invece di affrontare fin da subito, sul terreno, l’imbelle esercito
iracheno che era stato battuto persino dai curdi e per salvare il rais
di Bagdad dovette intervenire la Turchia (e quanto imbelle sia questo
esercito lo si è visto anche di recente a Mosul e a Raqqa) bombardarono
per tre mesi Bagdad e Bassora facendo 157.971 vittime civili di cui
32.195 bambini.
E’
stato poi il figlio George W. Bush, repubblicano, a inventarsi la
teoria totalitaria che gli Sati democratici avevano non solo il diritto
ma anche il dovere di esportare, a suon di bombe, la democrazia in
quelli che democratici non erano. La guerra all’Afghanistan talebano è
stata, e continua a essere, una guerra puramente ideologica. C’era
stato, è vero, nel frattempo l’11 settembre. Ma i fatti hanno poi
dimostrato in modo inequivocabile che i Talebani con l’abbattimento
delle Torri Gemelle non avevano niente a che fare. La teoria Bush si è
poi estesa all’Iraq (2003) e col democratico Obama alla Libia (2011). In
Iraq le conseguenze, umane e politiche, sono state devastanti. I morti
causati, direttamente o indirettamente, dall’intervento americano vanno
dai 650 ai 750 mila. Inoltre gli americani, che avevano sempre
combattuto gli iraniani e che nella guerra Iraq-Iran erano intervenuti
per impedire agli uomini di Khomeini la vittoria che si erano
conquistati sul campo, con la guerra all’Iraq hanno consegnato agli
iraniani, che non hanno dovuto sparare nemmeno un colpo, tre quarti
dell’Iraq. La tragedia libica, Obama presidente, è sotto gli occhi di
tutti.
In
Siria c’era una rivolta contro Assad. Anche qui, come in Serbia, era
una questione interna a quel Paese. Sono intervenuti gli americani, con i
soliti bombardieri e droni, il che ha permesso ai russi di inserirsi
nel conflitto. I morti di questa tragedia li conteremo alla fine se avrà
una fine.
L’avventurismo
americano è stato seguito con fedeltà canina dagli europei (con qualche
eccezione: Angela Merkel) e si è rovesciato puntualmente sul Vecchio
Continente. L’aggressività americana nei confronti del mondo musulmano
ha partorito l’Isis che nonostante le sconfitte a Mosul e a Raqqa non è
affatto finito, è anzi più pericoloso che mai per noi europei perché i foreign fighters
stanno rientrando. Inoltre è sulle coste del Vecchio Continente, in
particolare quelle italiane, che si riversa parte dei migranti che
fuggono dalle guerre innescate dagli Stati Uniti. Se i presidenti
americani che si sono riuniti per fare le ‘anime belle’ siano più cinici
o più cretini non sapremmo dire. Quel che è certo è che noi europei
siamo stati solo cretini.
Massimo Fini
Il Fatto Quotidiano, 27 ottobre 2017
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