lunedì 20 giugno 2011

FRANCO GRATTAROLA : L'ultimo Radicale

Intervista pubblicata su "IL NUOVO CORRIERE DI VITERBO" l'8 maggio 2011.


Franco Grattarola è stato per anni praticamente l'unico politico del Partito Radicale, della Lista Pannella, della Lista Bonino ecc... e quasi l'unico militante. Sicuro di testimoniare una presenza, sicuro di raccogliere pochi voti, sicuro di non spartirsi neanche mezza poltrona, uno straccio di circoscrizione.
Ora Franco Grattarola, classe 1963, 48 anni appena compiuti visto che è nato il 7 aprile, celibe, maturità classica, non si dedica più alla politica ma unicamente alla sua proficua attività di scrittore. E' uno dei maggiori intellettuali viterbesi non-organici, uno dei più grandi conoscitori del "cinema di genere" (e non solo) in Italia. Ha pubblicato nel 2005
"Pasolini, una vita violentata" (Coniglio Editore), nel 2008 "La Tuscia nel cinema" (Melting Pot Edizioni) e  "Continuarono a chiamarlo Bud Spencer"  (Struwwelpeter Edizioni, in collaborazione con Matteo Norcini), ha collaborato alla nuova edizione riveduta e aggiornata del "Dizionario del cinema italiano" (Gremese Editore, 2009, autori principali: Roberto Poppi e Mario Pecorari), ha partecipato a "Il portaborse vent’anni dopo" (Rubbettino Editore, 2011, a cura di Italo Moscati) con un lungo saggio sul cinema politico italiano e un’intervista all’ex vicesegretario socialista Giulio Di Donato e ora sta per pubblicare, in collaborazione con Andrea Napoli per Coniglio Editore, anche un volume enorme dal titolo "Luce rossa. La nascita e le prime fasi del cinema pornografico in Italia". Gli appassionati lo conoscono bene anche perché è il principale animatore della rivista cult "Cine 70", oltre che collaboratore di Blue, XSatelliteX, Classix! e Libero.
Allora Franco la tua è una militanza radicale da sempre.
"Non proprio perché in verità ebbi una prima esperienza giovanile, ero ancora minorenne, nel PDUP nato da una costola de Il Manifesto. Tra gli altri c'erano Peppe Sini e Marco Faregna, probabilmente l'unico che ha fatto una luminosa carriera".

Il primo voto?

"Nel 1983, Partito Radicale con preferenza per Toni Negri
".

A Viterbo il PR non ha mai avuto grande visibilità.

"L'unico consigliere comunale e provinciale vicino a noi era Osvaldo Ercoli che militava in altri partiti ma che era iscritto al Partito Radicale Transnazionale. Come partito vero e proprio non abbiamo mai avuto rappresentanti eletti
".

Per un certo periodo tu ti sei quasi sempre candidato.
"Direi sempre. Nel 1990 confluimmo in una lista Verdi che elesse per l'appunto solo Ercoli. Io personalmente arrivai quinto. Poi mi candidai alla Regione Lazio nella lista Antiproibizionisti che ebbe un certo successo tanto che in alcuni centri della Tuscia prese più voti di partiti consolidati come PLI e PSDI".

Sbaglio o foste anche vicini ai Socialisti?

"Sì, nel 1993: costituimmo la lista "Unità democratica per la Tuscia" per la Provincia con PSI, una parte del PSDI, noi Radicali e candidato Presidente Camillo Fiaschetti. Eravamo in  piena Tangentopoli con un partito che aveva più di 100 anni che si evaporava di colpo: più che un suicidio fu un'eutanasia. Incredibilmente fummo l'unica lista socialista che ebbe successo e fu citata dall'Avanti
".

Ci fui poi la Lista Pannella.
"Mi candidai alla Camera nel 1994 e al Comune come Sindaco nel 1995".

Pochi voti: erano candidati pezzi da 90 come Ascenzi, Fioroni, Mezzetti e Meroi...
"Circa l'1%, una miseria. Al ballottaggio non facemmo apparentamento ufficiale ma invitammo a votare Meroi. In realtà vi era con la destra un accordo tra gentiluomini per dare visibilità ad una nostra persona in caso di vittoria. Tra l'altro non ero io quella persona. Ovviamente essendo un accordo tra gentiluomini non fu rispettato. Credo fecero una cosa simile con il CCD. Ma d'altronde gli uomini della Seconda Repubblica si sono dimostrati in tutto e per tutto analoghi a quelli della Prima".

Quando il Partito Radicale candidò Cicciolina ci fu anche un pomeriggio viterbese incredibile.
"Il militante viterbese ed a sua volta candidato alla Camera Giulio Signorelli fu l'unico ad avere il coraggio di fare l'abbinata delle preferenze con lei. Girò Viterbo con Cicciolina sottobraccio insieme ad altri due militanti: Vittorio Naso e Luigi Rossi. Si presentò con lei - vestita succinta con tanto zatteroni e coroncina in testa - anche ad un ricevimento per la Festa della Repubblica in Prefettura. Sull'invito era scritto: "Giulio Signorelli e Signora". Successe un casino, c'era anche il vescovo e la moglie del Prefetto Marino, che non la conosceva, quando fu informata di chi fosse Cicciolina svenne clamorosamente. La memorabile giornata non finì qui: dopo la Prefettura ci fu passeggiata per il corso con caotica sosta da Schenardi e la sera uno spogliarello elettorale all'Azzurro stracolmo di militari" mi dice Franco sorridendo. La Viterbo bacchettona e conservatrice di 20 anni fa doveva essere sconvolta.

Oggi non fai più politica.
"Sono sempre Radicale, nel 2006 gli amici socialisti proposero di candidarmi alla Camera per la Rosa nel Pugno, ma la mia candidatura fu depennata dalla dirigente radicale Rita Bernardini. L'anno scorso, dopo aver rifiutato la candidatura alla Regione nella Lista Bonino, ho dato una mano all'amico Massimo Onofri".

E il partito a Viterbo?
"Prima ci fu Giulio Signorelli, poi lo animai io fino al 2001 circa, ma eravamo pochissimi, i classici 4 amici al bar. Ora la militanza radicale è moribonda perché purtroppo non c'è stato ricambio generazionale".

Voti ancora?
"Si, quando ci sono le liste Radicali, altrimenti, come ho fatto nel 2008, voto il Partito Socialista di Riccardo Nencini".

E in Comune c'è qualcuno che vi rappresenta politicamente?
"Nessuno! Dei 40 consiglieri nessuno ci rappresenta, non si sa neanche che idee hanno: sono solo gente in lotta per una fetta di potere. Avevo i calzoni corti e c'era Nando Gigli. Ora ho i capelli bianchi e c'è ancora Nando Gigli. Sono tutti continuatori uno dell'altro, non c'è mai stato nessun innovatore".

Però la città è cambiata. Anche solo pensando a come è molto più vissuta la sera e l'estate rispetto a 20 anni fa quando alle 8 calava il coprifuoco.
"Certo, c'è stato un netto cambiamento dei costumi ma non ha nulla a che fare con la politica: doveva succedere ed è successo al di là della politica che però se ne è abilmente appropriata cavalcando per consenso le varie iniziative proprio come avevano sempre fatto prima PCI, PSI e DC... forse sono cambiati i modi. Prima Fioroni offriva le porchette in piazza ora si regalano i biglietti per le feste in discoteca".

Proviamo a sognare. Cosa farebbe di "radicalmente" diverso Franco Grattarola Sindaco?
"Farei subito due cose davvero paradossalmente innovative per Viterbo. Primo chiuderei tutto il centro storico alle auto. E' assurdo che le nostre splendide stradine medievali siano devastate e contaminate dal continuo passaggio di autovetture e camion addirittura. La città, i suoi cittadini, ne avrebbero solo vantaggi: basta guardare vicino a noi ad Orvieto dove il centro è più vivo che mai e senza auto. Ormai il centro di Viterbo è solo un grande parcheggio. Secondo, bloccherei totalmente lo sviluppo edilizio di Viterbo: dopo tutti i danni fatti c'è qualche politico che sogna ancora il contrario".

Che ne pensi di Futuro e Libertà?
"Cito Buttafuoco: le idee possono anche essere giuste ma chi le rappresenta è sbagliato. Mi fa ridere che ora quella che era la destra più becera e reazionaria, amica di Le Pen, si dia arie da destra libertaria. Bocchino con la moglie mi hanno querelato per stalking per un articolo comparso su Libero sulle sovvenzioni al cinema date anche alla società della signora. E questa sarebbe la destra libertaria?"

Però Della Vedova viene dai Radicali.

"La più grande colpa del PR è di aver dato una classe dirigente ai partiti che non la avevano: alcuni sono diventati delle vere e proprie barzellette
".

Che ne pensi del Bunga Bunga?
"Che cosa divertente! Lo dovremmo guardare con distacco, tra 30 anni. Ci furono scandali simili negli anni '60 con politici coinvolti in un giro di squillo da 1 milione di lire a botta! Sociologicamente le intercettazioni sono un meraviglioso spaccato della società. Non ho una posizione da moralista quanto da studioso di costume: sono davvero interessanti. Poi la reazione di Berlusconi è da vecchio perché in realtà questa è una lotta per il potere tra vecchi. Il Berlusconi impresario TV è stato un innovatore, in politica invece no... purtroppo".

In una intervista precedente Silvio Ascenzi su questo giornale ha detto che Tangentopoli è stato un golpe della magistratura con i comunisti.
Ride. "Ma quale Golpe? Con Di Pietro poi! Più che golpe una commedia all'italiana! Tangentopoli è stata semplicemente la scoperta dell'acqua calda: è venuto a galla quello che tutti sapevano. E' il risultato di una partitocrazia onnivora".

Oggi molti temi radicali sembrano sopiti, di antiproibizionismo non si parla più. Eppure fa molti più morti l'alcool della droga.
"E' vero. Purtroppo sono temi che andrebbero ripresi. Una delle poche cose buone che fece il governo Amato nel 1992 fu quella di derubricare il possesso di stupefacenti".

Facciamo il gioco della torre. Storce il naso.
"Non mi è mai piaciuto".

Proviamo. Tra Gabbianelli e Meroi.
"Chi butto? Ma mi buttano loro: la torre gli appartiene e non la vogliono mollare".

Tra Capezzone e Della Vedova.
"Mi butto io per evitare il contatto".

Tra Fioroni e Gigli.
"Finisce come tra Gabbianelli e Meroi anche se Gigli personalmente non lo conosco".

Tra D'Alema e Vendola?
"Due parolai che mi stordirebbero a suon di chiacchiere. D'Alema mi è più simpatico perché è più antipatico".

Tra Marcoccia e Ascenzi?

"Non li frequento, li conosco molto superficialmente
".

Tra Marini e Allegrini?

"Dovrebbero buttarli giù gli elettori. Io non li ho mai votati e spero che i viterbesi prima o poi li "scoperchino" ritrovando quello spirito ribelle come fecero con i cardinali nel medioevo
".


Maurizio Makovec

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