venerdì 12 agosto 2011

Intervista a QUARTO TRABACCHINI uscita su IL NUOVO CORRIERE VITERBESE



Nome: Quarto
Cognome: Trabacchini
Nato a Grotte S.Stefano il 2 agosto 1949
Stato Civile: vedovo di Gemma Piacentini, ex Consigliere Comunale alla quale è intitolato il circolo PD del Pilastro. Si sta rifacendo una vita con una nuova compagna.
Un figlio, Alessio, vignettista presso la Coniglio Editore.
Studi: Maturità Tecnica
Attività: Funzionario di Partito.

Quarto Trabacchini dopo uno paio di cortesissime telefonate mi riceve sabato mattina al Bar Dei del Pilastro. Arriva puntuale, è un sessantenne garbato e dai modi gentili con qualche chiletto di troppo, ma questi chi non ne ha? Si capisce che in zona e al bar è personaggio noto. In parecchi lo salutano. Ora, se ti aspetti il classico comunista che mangia i bambini, un Peppone focoso e incendiario, beh, hai sbagliato persona. Qualcuno direbbe che è un buonista, in realtà Trabacchini sembra più che altro una persona sensata e un grande diplomatico.

Quando inizia la sua attività politica?
"Dalla scuola. Mi avvicinai subito al PCI attraverso la FGCI".

L'Urss come terra promessa?
"No, francamente dell'Urss mi interessava poco. Vedevo nel PCI un mezzo per combattere le ingiustizie".

Eravamo verso la fine degli anni '60, quelli delle lotte studentesche.
"A Viterbo fui uno degli organizzatori ma sinceramente qui eravamo nella provincia profonda, il '68 arrivò tardi ed edulcorato".

Pochi scontri e poche risse dunque.
"Rifiuto l'idea del '68 come scuola di violenza: per la stragrande maggioranza dei giovani non lo fu. Personalmente non fui mai coinvolto in episodi di questo genere, semmai in qualche banale scaramuccia. A Roma, è vero, il clima era diverso, più infuocato, me ne ricordo bene perché spesso andavo alla manifestazioni".

A Viterbo la battaglia era più civile.
"Indubbiamente. La battaglia politica era si dura, ma a differenza di oggi si svolgeva con lealtà, senza colpi bassi e senza insulti".

C’era maggiore rispetto?
"C'era da parte del PCI, della DC e degli altri partiti un profondo rispetto delle Istituzioni che non veniva mai meno. Oggi invece, pericolosamente, non c'è più, soprattutto da parte di Berlusconi e del centrodestra! Ma la difesa delle Istituzioni spetta a tutti e anche il centrosinistra deve distinguere tra la lotta politica e la difesa delle Istituzioni in tutte le aree".

Chi furono le sue figure di riferimento dell'epoca nel partito?
"La militanza fu una grande lezione di vita. Ricordo in particolare l'Avvocato e Senatore Leto Morvidi, Luigi Petroselli, l'Onorevole Angelo La Bella, Gualtiero Sarchi, Assuero Ginebri e molti altri compagni".

Dopo esperienze da Consigliere Provinciale e Comunale nel 1987 lei viene eletto deputato a soli 38 anni.
"Ero uno dei più giovani. La decisione fu presa dal partito che mi appoggiò con vigore: c’erano allora le 4 preferenze".

Nel 1992 venne riconfermato.
"Fu molto più dura perché il collegio era quella volta tutto il Lazio e c'era la preferenza unica. Nessuno pensava che Viterbo, praticamente un quartiere di Roma, potesse eleggere un suo deputato, invece dopo una campagna elettorale difficilissima ci riuscii".

Una grande gratificazione.
"Dopo una bella lotta democratica. Per questo sono molto arrabbiato con la legge elettorale attuale che vede i Parlamentari scelti dalle segreterie dei partiti e non eletti. La responsabilità non è solo della Lega e del PDL, ma anche del centrosinistra".

Nel 1994 però non si ricandidò.
"Decisione del partito che non mi dispiacque. La mattina dopo ero in federazione a lavorare per Capaldi e Sposetti che furono selezionati al mio posto e che sono miei amici. E poi credo con fermezza nel rinnovamento: i passi indietro sono spesso necessari altrimenti negli stessi posti ci sono sempre le stesse persone".

Le manca la vita da Parlamentare?
"No. Tra la Camera ed il Consiglio Comunale avrei scelto quest'ultimo per avere maggior contatto con la città. Però ricordo con piacere la mia più bella esperienza da deputato: quella nella Commissione Esteri e al Consiglio Europeo di Difesa. Mi permise di conoscere molte realtà significative in Europa e nel Mondo".

E' vero che gran parte del vostro stipendio da Parlamentare andava al partito?
"Si, certo. Oggi credo che anche su questo punto ci sia stato un allentamento dei costumi".

Oggi per chi vota?
"Beh sono tuttora iscritto al PD e continuo la militanza politica con entusiasmo".

Non siete diventati un po' bacchettoni con questa storia del Bunga Bunga?
"Chi fa politica deve essere integerrimo e fare una vita specchiata. Ho sempre tenuto molto alla questione etica al di là di ogni moralismo".

Quale era la sua aria di riferimento nel partito?
"Era Berlinguer! E prima di lui era Luigi Longo che, lo dimentichiamo spesso, ma fu il segretario del PCI che aprì ai giovani del '68 portando il partito, con il famoso articolo di Rinascita, ad essere per loro un punto di riferimento di lotta ed impegno democratico".

Era favorevole alla svolta di Occhetto?
"No. Perché eravamo già da anni socialdemocratici, non mi piaceva l'iconoclastia esasperata ed il guardare avanti senza sapere bene dove. I fatti mi hanno dato ragione ma poco importa, mi interessano solo l'oggi e il domani".

E al PD?
"Si, ma nel PD ho lavorato alla terza mozione per farlo nascere dal basso sulla base dei comuni ideali tra sinistra e cattolici".

Ma allora lei non è un vecchio comunista mangiapreti?
"Macchè, mi hanno spesso definito cattocomunista, definizione che non mi pesa: alcuni miei maestri di vita sono stati dei sacerdoti. Anche se non sono un praticante".

Perché la sinistra non ha mai conquistato il Comune di Viterbo?
"Sicuramente per alcuni limiti nostri ma anche perché è una città estremamente conservatrice. Credo però che con le giuste alleanze il PDL si possa battere come è successo altrove. E poi l'assenza di ricambio non fa crescere le città e non risolve i problemi".

Giuste alleanze: anche con FLI?
"Se fossero disponibili non ci vedo nulla di male. La parabola del Berlusconismo è quasi arrivata alla fine. Bisogna che tutte le forze di sinistra e di centro si uniscano per voltare pagina sforzandosi di lavorare insieme sui programmi, le idee e la difesa delle istituzioni".

E SEL?
"La sinistra ha un enorme difetto: quando si divide vede come nemico chi le sta più vicino. SEL si sta muovendo bene. Vendola è molto bravo, lo conosco da anni, siamo stati insieme sotto le bombe a Sarajevo rischiando la vita".

Come giudica la segreteria di Bersani?
"Anche lui si sta muovendo bene: la strada è quella giusta e vedo con piacere che anche Di Pietro sta abbandonando certi toni. Vorrei solo si lavorasse di più alla costruzione, al rafforzamento, del PD che anche nella nostra provincia è più una federazione di gruppi e sottogruppi che un partito solido".

Chi voterebbe oggi a Napoli?
"De Magistris che appoggerei senza se e senza ma. Come vedo ha fatto giustamente il PD. Può essere un buon sindaco e poi il suo avversario ha padrini non raccomandabili come Cosentino".

Ce la farà Pisapia a Milano?
"Ha già fatto qualcosa di straordinario. Spero di si: è una persona per bene e di certo non è un estremista. E poi ha un forte legame con la città".

Chi sarà il vostro candidato sindaco a Viterbo tra due anni?
"Spero si facciano le primarie. Ho delle idee ma ora le tengo per me".

Fioroni?
"Può essere ma potrebbe anche essere persona del PD o di SEL. Le primarie decideranno: la destra ha un padrone, noi no".

Cosa pensa di Marini Sindaco e Deputato?
"E' una grande ingiustizia: il Sindaco dovrebbe essere 24 ore al servizio della città ed il Parlamentare 24 ore al servizio del paese".

Di cosa ha urgente bisogno Viterbo?
"E' una città che non cresce: Ci vogliono politiche di sviluppo e occupazione. Invece il Centro Storico non si affronta, le Terme non si affrontano, l'Urbanistica e la crescita armonica della città non si affrontano, l'Expo non si affronta! I Trasporti sono disastrosi. Auspico che tutte le forze politiche, sociali, sindacali, associative e le istituzioni si mettano insieme per lo sviluppo della città e per renderla anche più vivibile alle categorie svantaggiate".

Però voi avete gestito l'APT e la Provincia ma per il Turismo nella Tuscia non è stato fatto molto.
"E' vero e dovremmo fare tutti un'analisi profonda della situazione, riconoscendo i limiti che ci sono e ci sono stati. Il turismo può essere per il territorio una grande opportunità, va fatta promozione e va messo al centro del discorso politico. Come è stato fatto in Umbria e Toscana dove Regione ed Enti locali hanno lavorato in sinergia".

Un'ultima battuta. Ascenzi su questo giornale ha dichiarato che tangentopoli è stato un complotto tra PCI e certi magistrati. E' d'accordo?
"Stimo Ascenzi ma stavolta ha detto una fesseria. Come ancora oggi ne dice tante Berlusconi sull'argomento".

L'intervista è finita e Quarto Trabacchini si accende l'ennesima MS: per fortuna siamo seduti all'aperto.



Maurizio Makovec
makcomunevt@yahoo.it







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